Come tutti gli italiani attenti alle questioni politiche sanno, l’avvicinarsi delle festività natalizie non è solo il momento di bilanci, anche personali, di riavvicinamenti famigliari e di regali, ma anche di decreti-legge approvati nel torpore generale e dunque senza un vero contraddittorio con le parti sociali.
Quello di cui voglio parlare in questo articolo però è un “cadeau” che il Consiglio Nazionale del Notariato ha pensato di fare agli agenti immobiliari e che, grazie all’attento Gerardo Paterna, per fortuna non è passato inosservato.Riporto l’articolo così come comparso rimandando ai commenti finali dove troverete le mie personali considerazioni.
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Sotto l’albero…
Il regalo di Natale che quest’anno i notai hanno fatto agli agenti immobiliari è ben documentato da un articolo del quotidiano Italia Oggi del 18 dicembre 2017 (ecco il link al pdf). Lo scenario raccontato vedrebbe i notai non solo in campo con le consuete funzioni di pubblico ufficiale, quanto come nuovi intermediari della compravendita immobiliare e quindi partecipanti attivi al mercato anzichè garanti dello stesso.
Il meccanismo si basa sulla vendita diretta tramite asta, sulla scorta di quanto già avviene online con la procedura di vendita forzata (https://avvisinotarili.notariato.it). In sostanza il cliente che desidera vendere casa potrebbe affidare al notaio l’intero processo di vendita, incaricandolo di raccogliere le offerte secondo quanto previsto dall’art. 1336 del codice civile.
Ricevuto l’incarico, il notaio raccoglierà tutta la documentazione per la formazione del “Fascicolo dell’immobile”. Anche la valutazione immobiliare sarà fatta dal notaio, ovviamente “aiutato da tecnici competenti”.
Il notaio Giacomo Laurora di Roma, secondo quanto indicato nell’articolo, spiega che: “I vantaggi per chi vende un bene sono di tutta evidenza, le agenzie prendono commissioni che possono essere anche esose, mentre la parcella del notaio è adeguata all’effettivo lavoro svolto e non al valore del bene“. Gli fa eco Renato Caruso, presidente del comitato regionale notarile della Sicilia, secondo cui la procedura “… permette di condurre a termine la vendita in un tempo più breve rispetto a quelle realizzate tramite le tradizionali agenzie immobiliari“. All’unisono il richiamo a quanto già avviene in Francia dove i notai intermediano abitualmente gli immobili.
Il risparmio “venduto” dal sistema notarile è tutto da verificare considerando che il collocamento dell’immobile non è assicurato e che il processo di vendita avrà un costo certo a carico del proprietario di casa, a meno che i notai non lavorino a successo (incassando solo se vendono), cosa che non mi pare nello stile di questa categoria.
Concorrenza di mercato? Si, ma a senso unico!
Fa sempre riflettere come in un paese come l’Italia, dove tutto è ipernormato al limite della vessazione, non manchi mai lo spazio per il “nonsense”, una zona grigia dove tutto si può fare in barba alla norma e al buon senso, o almeno ci si prova.
In particolare la legge sulla mediazione (n.39 del 3 febbraio 1989) delinea senza dubbio chi può fare cosa, con tutti i limiti del caso (il notaio non può fare mediazione), mentre l’articolo 1755 del Codice Civile sulla mediazione esprime con chiarezza che: “È mediatore colui che mette in relazione due o più parti per la conclusione di un affare …“.
Se la Treccani ci istruisce sulla figura del notaio in questo modo: “Pubblico ufficiale (nominato all’ufficio e assegnato a una sede in seguito a concorso per esame) che ha la funzione di ricevere gli atti tra vivi e le disposizioni di ultima volontà, attribuire loro pubblica fede, conservarne il deposito, rilasciarne copie …” comprendiamo, alla luce di quanto può accadere, che il passo tra “… ricevere gli atti tra vivi …” e diventare parte attiva commerciale nella compravendita immobiliare è brevissimo.
Che l’intermediazione immobiliare faccia gola a molti è fuori discussione, lo zoccolo duro di oltre 500mila compravendite (solo residenziali) rappresenta una ghiotta opportunità.
A chi pensa che questa iniziativa sia solo una boutade di fine anno, rispondo che l’intenzione era manifesta sin dal 2015 dove, con lo studio civilistico n. 153-2014/C, il Consiglio nazionale del Notariato si è occupato della possibilità per i privati di vendere immobili con asta “privata”. Inoltre, nell’articolo che riporta la notizia, si legge: “Da escludere, per il Notariato, l’esistenza di un conflitto tra l’incarico al notaio di organizzare e gestire l’asta privata e l’attività di mediazione“, ben consci (a mio modo di vedere) che l’iniziativa evidenziava già all’origine una concorrenza di mercato inappropriata (excusatio non petita, accusatio manifesta).
Lo stesso anno (2015) in un editoriale dell’allora presidente della FIAIP, Paolo Righi, che titolava “Notai e agenti immobiliari non possono essere in concorrenza” si evidenziava la profonda distinzione tra mediatore (agente immobiliare) e notaio.
Righi affermava che “… il notaio è fuori dal mercato in quanto controllore del mercato“. Tuttavia: “… i notai (che non praticano una libera professione, ma forse non lo sanno) con notevole ingenuità, continuano a volersi confrontare col mercato, continuano a presentarsi con le “altre” professioni (CUP, ADEPP e simili) ed a partecipare alla stesura del Testo Unico delle Professioni!“. E ancora: “… i notai tendono (in particolare) a dominare il mercato immobiliare, escludendo quegli operatori che sembrano poter sottrarre loro eventuali competenze e privilegi quali, ad esempio, gli agenti immobiliari. Il che sembra davvero impossibile, visto l’elenco delle prerogative notarili di cui sopra, tutte di natura pubblica“.
Alla luce della forte e dimostrata propensione dei notai alla concorrenza commerciale, si fa davvero fatica a comprendere la battaglia di questi 4.931 (si, avete letto bene!) pubblici ufficiali contro la norma che consentiva agli avvocati di redigere le compravendite di immobili a uso non abitativo (cantine, box, locali commerciali), di valore catastale non superiore a 100mila euro. La norma, contenuta nel DDL concorrenza del 2015 veniva: “… espunta dal testo, dopo le rimostranze del Notariato …“. Caspita, che efficienza! Quindi la concorrenza si può fare, ma non si può subire. Continua a leggere